La “Sezione Tennistavolo” è sempre stata parte integrante della S. G. Fortitudo, il cui Consiglio Direttivo ha sempre avuto la diretta responsabilità sull’attività della Sezione.
Le prime tracce del tennistavolo nel mondo dello sport risalgono al 1880 nel Regno Unito. In questo paese, come per numerosissimi altri sport, già a quei tempi venivano pubblicati regolamenti ed indette gare. Nel 1910, il tennistavolo era ormai diffuso in Austria, Germania, Cecoslovacchia ed Ungheria, nonché nei paesi asiatici, dove esisteva in forme un po’ diverse. Nel 1926 nacque la prima Federazione Internazionale e vennero organizzati i primi campionati del mondo, che oggi, nel 2020, sono arrivati alla sessantunesima edizione.
In Italia questo sport venne importato da alcuni appassionati ungheresi nel 1920, a Milano e a Livorno. Poi, nel 1930, si disputarono le prime gare organizzate da appassionati italiani, che vennero impropriamente definite “campionati italiani”: di fatto non esisteva ancora alcuna struttura federale nazionale.
Anche a Bologna, sempre nel 1930, si disputarono le prime gare di tennistavolo. Ricordiamo, per esempio, un campionato bolognese a squadre giocato presso il Circolo della Stampa, il Dopolavoro della Cassa di Risparmio e la Palestra di S. Lucia in Via Castiglione. Le squadre di allora, nelle quali già giocavano soci e simpatizzanti della Fortitudo, si chiamavano “Stampa”, “Virtus Bologna”, “Bologna Sportiva”, “Stabile Filodrammatica”, “Circolo degli Scacchi” e “Dopolavoro Cassa di Risparmio”. I campioni erano Leonardo Possati, Cesare Scota, Biby Sassoli, Elio Gallingani, Dall’Olio, Predieri, Baratti, Sandri, Wisner, Magnanini, Theodoli, Lucani, Masetti e tanti altri. In Fortitudo, il nostro indimenticabile Cav. Piero Lucchini ricorda che presso il Ricreatorio Salus di Porta Saragozza, già nel 1930, al termine degli allenamenti di ginnastica, si sfidavano lui e altri coetanei su un tavolaccio di legno, con racchette improvvisate e palline di gomma.
Nell’Aprile del 1930 Sua Eccellenza Scorza, ministro dell’allora governo, definì con un particolare editto lo sport del tennistavolo, assieme ad altri, “non adatto alla gioventù fascista dell’epoca”, dichiarandolo essenzialmente fuori legge. Ovviamente il tavolaccio presso il Ricreatorio Salus rimase, ma a Bologna, come in tutta Italia, il tennistavolo venne giocato da allora fino al termine della guerra soltanto a livello “carbonaro”: si giocava di nascosto da ogni pubblicità, solo nelle parrocchie, nei dopolavori e nei circoli privati o, come ricorda l’amico Giancarlo Trebbi, a Bologna presso i Salesiani di Via Jacopo della Quercia.
Finita la guerra, nel 1945 a Genova nacque la Federazione Italiana Tennistavolo, che nel 1948 ebbe il riconoscimento ufficiale, con il nome di G.I.Te.T. (Gruppo Italiano Tennistavolo)[1]. Affiliata alla Federazione Italiana Tennis, la G.I.Te.T. organizzò il 1° Campionato Italiano di Tennistavolo ufficialmente riconosciuto.
Anche a Bologna, nel 1948, presso il “Circolo Ferrovieri” in Piazza Calderini ed allo Studentato Universitario dei Gesuiti in Via Irnerio, rinacque un’attività sportiva organizzata di tennistavolo con Lucio Sturani, Luciano Beltrame e Neri, che nel loro primo Campionato Italiano a Livorno si aggiudicarono il secondo posto a squadre. Sturani vinse inoltre il Singolare Assoluto e Luciano Beltrame con Giovanni Gallingani il Doppio Assoluto. Nel frattempo in Fortitudo, presso la palestrina di Porta Saragozza, ricomparve un tavolo. Si trattava però di un tavolo da pranzo adattato al tennistavolo, con una rete fatta di libri. Pare incredibile ma, nonostante tutto, molti giovani passavano lì delle ore a divertirsi e a sfidarsi, “giocandosi una mentina”, come raccontava il Cav. Lucchini.
Negli anni 1949-50, Bologna, prima con la Società “Circolo Ferrovieri”, poi con il “Tennistavolo Bologna”[2], divenne la capitale del tennistavolo nazionale. Sturani vinse ancora due titoli nel Singolare Assoluto, Beltrame e Gallingani vinsero nuovamente un titolo nazionale nel Doppio Assoluto e il “Tennistavolo Bologna” vinse il titolo nazionale a squadre di Serie A, schierando Beltrame, Gallingani, Neri e Sturani. Ricordiamo poi che Lucio Sturani, dal 1948 al 1950, vantò anche numerosi successi in singolare e doppio in vari tornei nazionali, e partecipò con la maglia della nazionale Italiana ad importanti gare internazionali: Coppa Europa a Londra nel 1948, Campionati Mondiali a Stoccolma (1949) e Budapest (1950), dove Sturani arrivò nei primi 32 nella gara di singolare su oltre 200 partecipanti.
Nella stagione agonistica 1950-51, visto il successo del tennistavolo a Bologna, la Consulta del G.I.Te.T. incaricò Lucio Sturani e Giovanni Gallingani di organizzare nella loro città i quarti Campionati Assoluti di Tennistavolo previsti nell’Aprile del 1951. Tenendo conto del successo avuto in città e del buon numero di appassionati che tale successo aveva radunato sul quel tavolo da pranzo[3], Sturani, Gallingani e Beltrame decisero di chiedere un incontro con l’allora Consiglio Direttivo della Fortitudo. Esposero quindi il loro programma, che prevedeva la nascita in Fortitudo di una “Sezione Tennistavolo”, l’organizzazione dei Campionati Italiani previsti per l’Aprile del 1951, la diffusione del tennistavolo in parrocchie e circoli cittadini con dimostrazioni e corsi sotto l’egida della Fortitudo, nonché l’acquisto di due tavoli da gara[4] con i relativi accessori, da montare per gli allenamenti sul palcoscenico del teatro della Fortitudo[5]. In verità, i tre promisero anche che nei Campionati Italiani avrebbero vinto numerosi titoli, e fu questa (così pare) la motivazione decisiva per far nascere la nuova “Sezione Tennistavolo”.
Nella riunione di Consiglio della Fortitudo del 22 Febbraio 1951[6], il sig. Furlanetto diede lettura della relazione presentata al Signor Luciano Beltrame che proponeva l’istituzione della “Sezione Tennistavolo”. Il Consiglio approvò la proposta e diede l’incarico provvisorio di dirigente della Sezione al Comm. Vittorio Biavati; autorizzò inoltre a provvedere all’affiliazione della Fortitudo alla Federazione Tennistavolo dell’epoca, cioè la G.I.Te.T. Il 22 Febbraio 1951 rappresenta quindi ufficialmente la data di nascita della Sezione Tenistavolo della Fortitudo. Successivamente, il Comm. Vittorio Biavati incaricò i Soci Rag. Armando Cesari (già vicecommissario regionale della G.I.Te.T.) e Geom. Guido Bonazzi (già commissario provinciale), di collaborare con Sturani, Gallingani e Beltrame per l’organizzazione dei Campionati Italiani.
Oltre ai suddetti atleti, che diedero il via alla “Sezione Tennistavolo”, in quella stagione facevano parte della Fortitudo anche Giuseppe Mariani, Mario Brandoli, Giorgio Salomoni, Vittorio Emiliani e la prima donna tesserata in Fortitudo: Giancarla Gottardi, moglie di Giovanni Gallingani, seguita subito dopo da Noris Medeot. Questo fu un evento assolutamente innovativo per la Fortitudo, che nel proprio statuto escludeva fino ad allora la presenza femminile. Per poter tesserare Giancarla Gottardi fu infatti necessario effettuare una modifica allo statuto, con un’apposita Assemblea dei Soci. Questa suscitò molte controversie, risolte soltanto dall’intervento decisivo del Socio Furlanetto[7], che convinse la maggioranza ad aprire le porte della Fortitudo anche alle donne, dopo 50 anni di divieto.
Un prezioso ricordo della stagione in cui nacque la Sezione Tennistavolo è riportato dal giornalista Giorgio Di Primio sulla rivista della Fortitudo del 1979. Giorgio racconta di un incontro con il campionissimo Lucio Sturani:
“Il nostro campione nel 1951 si trovò a suo modo nel bel mezzo della guerra fredda fra ‘integralismo cattolico’ e ‘comunismo staliniano’. Da una parte il ricreatorio della Fortitudo, dall’altra la rossa amministrazione comunale. Infatti, il ragionier Sturani lavorava al dazio e la sua bravura nel ping-pong l’aveva fatto diventare un beniamino di Dozza. Io - dice Sturani - sono sempre stato anticomunista e lo sono tuttora. Però la simpatia e l’amicizia del sindaco mi faceva piacere ed anche comodo. E poiché la Fortitudo non voleva che un suo atleta partecipasse a gare organizzate dai comunisti, quando Dozza mi invitava da qualche parte andavo di nascosto. Ricordo un bel viaggio a Praga per il festival mondiale dei lavoratori. Nella delegazione italiana c’era un po’ di tutto, da Pajetta a Gianna Maria Canale, come ‘miss Unità’. Dozza per quella ‘vacanza’ mi concesse un permesso straordinario, regolarmente retribuito, e anche un premio sostanzioso; cose che la Fortitudo non poteva darmi. Naturalmente fui portato a Praga perché c’era un torneo di ping-pong, fra le varie manifestazioni. Lo vinsi e il segretario del C.O.N.I. Bruno Zuli, mi mandò un telegramma di congratulazioni. Non so se alla Fortitudo siano mai venuti a conoscenza di questa mia partecipazione”.
[1] Successivamente, nel 1979, il C.O.N.I. riconobbe la F.I.Te.T. (Federazione Italiana Tennistavolo) come federazione effettiva ed autonoma, e dal 1992 lo sport del tennistavolo è inserito, con pieno diritto, nel programma delle Olimpiadi.
[2] Il “Tennistavolo Bologna” nacque dallo scioglimento della Sezione Tennistavolo del “Circolo Ferrovieri”.
[3] Il famoso tavolo da pranzo, lo stesso di cui si parla sopra, era stato nel frattempo riportato dalla Fortitudo nella rinnovata sede di via San Felice.
[4] I tavoli da gara all’epoca venivano costruiti dallo stesso Giovanni Gallingani. Avevano caratteristiche innovative ed erano dotati di una robustezza unica, qualità che li rese celebri a quel tempo in tutta Europa.
[5] Gli incontri di campionato si sarebbero giocati invece in platea, ma per farlo occorreva prima smontare tutte le pesantissime poltroncine metalliche.
[6] Riunione tenutasi presso la sede sociale, sotto la presidenza del Comm. Luigi Gerri e con la presenza dei consiglieri Aventino De Maria, Aldo Furlanetto, Vittorio Biavati, Mario Tassinari, Riccardo Nicoletti, Gian Carlo Bolognesi, Don Lino Sabbioni e del revisore Amleto Faenza.
[7] Il Sig. Furlanetto, già citato in precedenza, diventerà poi per anni il responsabile della Sezione Tennistavolo.
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